Amo­re verde

Un rac­con­to d’a­mo­re per san Valen­ti­no tra rag­gi gam­ma e lattice.

Amo­re verde

Ave­vo pau­ra che lei potes­se dir­mi qual­co­sa tipo “No que­sto è trop­po” oppu­re “Bru­ce, non pos­so” o addi­rit­tu­ra “Sei un mostro!” Inve­ce no, nien­te, non una rea­zio­ne, un sus­sul­to. Nem­me­no un cam­bio di espres­sio­ne. Quan­do le con­fes­sai che quel­la spe­cie di gigan­te ver­de che si vede­va al tele­gior­na­le ero io lei non dis­se nien­te. Quan­do le dis­si, e mi cre­det­te lo so, che Hulk ero io non dis­se nien­te. Ne rima­si para­liz­za­to. Cosa vole­va dire quel­la rea­zio­ne? Pau­ra? Disgu­sto? Non lo capi­vo ma il suo sguar­do impas­si­bi­le e alte­ro mi sem­brò, per la pri­ma vol­ta, freddo.
La rab­bia mi sce­se nel­le vene bru­cian­do come il fuo­co. La pre­si per le spal­le e la tirai a me. Dove­vo baciar­la. Un bacio, un uni­co bacio ricam­bia­to avreb­be sciol­to ogni dub­bio. Pri­ma che il demen­te for­zu­to, pren­des­se il mio posto. La baciai. Lei non ricam­biò. Sen­tii il mio cuo­re schian­tar­si nel pet­to e per un istan­te, un lun­ghis­si­mo buio istan­te lui pre­se il mio posto.
Quan­do tor­nai in me lei era anco­ra lì. Non se ne era anda­ta. Cer­to era un po’ ammo­scia­ta e geme­va un po’ per l’aria che sfug­gi­va da un pic­co­lo strap­po sot­to l’ascella. Per for­tu­na nul­la di irreparabile.
Sarà per­ché era ormai mez­za sgon­fia ma ave­vo l’impressione che i suoi occhi stam­pa­ti mi resti­tuis­se­ro in quel momen­to uno sguar­do dol­ce. Cor­si subi­to a pren­de­re il kit di ripa­ra­zio­ne del­la bici. Il mio amo­re ave­va biso­gno di una top­pa nuova.

2 Comments

  1. Febbraio 14, 2013
    Reply

    Le tue sto­rie sono sem­pre stra­bi­lian­ti. Bravo!!!

  2. olga
    Febbraio 21, 2013
    Reply

    tu non stai nien­te bene… però quan­to mi piaci!!!! 

    🙂

Rispondi a olgaAnnulla risposta