Lo spazzolino elettrico mi fa vibrare tutta la testa e forse è per quello che non ci faccio subito caso. Appena la vibrazione si ferma però lo vedo, il piccolo puntino nero che lentamente si sposta verso l’alto nella fuga tra le mattonelle, poco a destra dello specchio. Temo già di sapere cosa sia ma senza occhiali potrebbe essere benissimo una formica. Magari, basterebbe una spruzzata di baygon almeno. Inforco gli occhiali e mi avvicino. Nel silenzio della notte mi sembra anche di sentire dei leggeri colpi metallici ad ogni spostamento del puntino. E infatti, come temevo. Un altro alpinista in bagno, come al solito la disinfestazione fatta dal comune non era stata risolutiva. Sono dei codini davvero tenaci e un po’ li ammiro, non mi vergogno di ammetterlo, questo in particolare ha pure scelto una via difficile: vicino al lavandino c’è sempre il pericolo di schizzi e per un alpinista di mezzo millimetro uno schizzo è morte certa. Lui invece piazza chiodi sulle fughe delle mie mattonelle come se niente fosse, dritto alla meta che credo sia dove le mattonelle finiscono. Guardandolo da vicino capisco anche perché non l’avessi notato prima: questo sta usando delle corde bianche invece che le solite corde colorate. Sembrano i fili di una ragnatela, sullo sfondo chiaro delle fughe non li avevo proprio visti. Rimango ad osservarlo in silenzio con la lente di ingrandimento che tengo in bagno proprio per queste situazioni. È metodico, piazza il chiodo, aggancia la fune, si tira su. E anche veloce, senza che me ne renda conto è già all’altezza dei miei occhi. È ora di fermarlo. Non voglio certo che vada a finire come a casa di mia sorella. Lei li trovava carini, li ha lasciati proliferare ma lo sanno tutti che quando un alpinista apre una via poi ne arrivano altri, sempre di più. Alla fine ha dovuto ristrutturare il bagno: tra lo chalet sullo sciacquone, le mattonelle tutte bucherellate e i ponti tibetani da una parete all’altra da non era più un bagno utilizzabile. Addirittura negli ultimi giorni aveva cominciato a nevicarci dentro e stavano allestendo delle piste da sci nella vasca. Ecco, io non arriverò mai a quel punto. Vada per i cacciatori nei gerani del terrazzo, quelli almeno mi ammazzano gli afidi, ma gli alpinisti dei bagni proprio non li sopporto. Prendo il catalogo Ikea da sopra la lavatrice, lo arrotolo e con un colpo preciso trasformo l’alpinista in un piccolissima macchiolina sulla fuga delle mattonelle, appena a destra dello specchio.
Proprio nel punto un cui metterò quella mensola che ho appena visto in copertina.
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