Storie di Ghainar Posts

Luglio 23, 2019 / Racconti

Era tut­to in ordi­ne quan­do sono usci­ta ieri sera alle undi­ci. Let­to rifat­to, la luce del­la came­ra di non­na spenta,…

Marzo 8, 2017 / Poesie

È un mostro anti­co di tene­bra. Una bestia oscu­ra silen­zio­sa fat­ta di buio e silen­zio. Vola stri­scia si insi­nua ai margini…

Novembre 3, 2016 / Pensieri

C’è sem­pre il silen­zio Il silen­zio che fischia nel­le orec­chie dopo ogni bom­ba dopo ogni gri­do dopo ogni cor­sa Il silen­zio che non…

Marzo 14, 2016 / Pensieri

Lune­dì Post lune­dì Lune­dì di mez­zo Quar­to lune­dì Lune­dì pre festi­vo Anti­vi­gi­lia di lune­dì Vigi­lia di lunedì

Febbraio 8, 2016 / Altri mondi

Il sole bas­so tin­ge di ros­so le mace­rie e la trin­cea che taglia la Colom­bo all’al­tez­za del­la Fie­ra di Roma. Nella…

Novembre 11, 2015 / Altri mondi

Le pare­ti pan­na, il pavi­mento gri­gio a pan­nelli, le scri­va­nie in fin­to legno con vec­chi moni­tor CRT, le fine­stre bloc­cate con…

Maggio 27, 2015 / Racconti

Una for­chet­ta. Per­ché no? Una for­chet­ta sareb­be sta­ta per­fet­ta. La pri­ma per­so­na a sui­ci­dar­si a for­chet­ta­te. La giu­sta fusio­ne tra ridi­co­lo e tra­gi­co. Quel­li del talent show ne sareb­be­ro sta­ti entu­sia­sti e il pub­bli­co era sicu­ra­men­te stan­co di gen­te ful­mi­na­ta, di voli sul­l’a­sfal­to, di lamet­te e pistole.
Dis­si al bari­sta di ver­sar­mi un’al­tra pin­ta e riles­si i modu­li d’i­scri­zio­ne. Una sem­pli­ce libe­ra­to­ria e avrei esau­di­to i miei due uni­ci desi­de­ri: por­re fine alla mia vita in manie­ra spet­ta­co­la­re e tira­re un col­po bas­so alle iene con le qua­li con­di­vi­de­vo una fra­zio­ne signi­fi­ca­ti­va di geni. Sì per­ché ave­vo inten­zio­ne di dona­re il com­pen­so del pro­gram­ma alla cau­sa più inu­ti­le e ridi­co­la che riu­scis­si a tro­va­re. Ne ave­vo valu­ta­te mol­te e ormai la scel­ta era tra il finan­zia­re un gene­ra­to­re orgo­ni­co anti scie chi­mi­che alle iso­le Sval­bard o il Cen­tro di Rie­du­ca­zio­ne Vega­na per Leo­ni in Kenya. Uno vale­va l’al­tro ma quel­lo che con­ta­va era che il milio­ne di euro per il mio sui­ci­dio non arri­vas­se mai alla mia famiglia.

Maggio 25, 2015 / Pensieri

È usci­to, edi­to da Rai Eri e Libri Mon­da­do­ri il pri­mo ebook che rac­co­glie i rac­con­ti del­la tra­smis­sio­ne Radio1 Plot Machi­ne con­dot­ta da…

Dicembre 11, 2014 / Racconti

Era una vec­chia tigre, trop­po vec­chia per ricor­da­re qual­co­sa di diver­so dal­la car­ne sen­za san­gue, dal­la fru­sta del doma­to­re e dal­la paglia ran­ci­da del­la gabbia.
Ave­va avu­to una com­pa­gna un tem­po, for­se. Non ne era più sicu­ro. Però un tem­po la gab­bia vici­na era occu­pa­ta ma non riu­sci­va pro­prio a ricor­da­re chi o da cosa.
L’u­ni­ca cosa che le era chia­ra era il dolo­re. Il dolo­re pul­san­te che ave­va al posto del­la coda.

Novembre 7, 2014 / Racconti
Settembre 30, 2014 / Racconti

La mat­ti­na­ta era ini­zia­ta dav­ve­ro male: non tro­va­vo il tem­pe­ra­ma­ti­te. Nul­la di gra­ve se non fos­se che ero già in ritar­do di una set­ti­ma­na sul­la con­se­gna del­le tavo­le all’editore. Era­no due not­ti che non dor­mi­vo per fini­re il lavo­ro, poi dico­no che i vignet­ti­sti comi­ci si divertono.
Insom­ma la mat­ti­na era ini­zia­ta male poi, ovvia­men­te, andò peggio.

Settembre 21, 2014 / Racconti
Giugno 30, 2014 / Racconti

Dagli audio appun­ti di Ales­san­dro Urba­ni, restau­ra­to­re edilizio.

4 gen­na­io

Sto restau­ran­do una serie di appar­ta­men­ti sul litorale,
risal­go­no a pri­ma del sal­va­tag­gio dei Gloop.
Oggi ho tro­va­to una mati­ta. Ho scrit­to la paro­la “mati­ta” su una mat­to­nel­la pri­ma di sbriciolarla.

6 gen­na­io

Oggi ho scrit­to un’al­tra parola.
Non mi sem­bra che la mia men­te vada in pezzi.

Marzo 12, 2014 / Pensieri

All’in­fuo­ri del cane, il libro è il miglio­re ami­co del­l’uo­mo. Den­tro il cane è trop­po scu­ro per leg­ge­re. (Grou­cho Marx)

Marzo 7, 2014 / Altri mondi

La cosa che più gli dava la nau­sea era che al con­cer­to dei Rot­ting Skulls ce l’a­ve­va por­ta­ta lui. “Dai han­no fat­to anche da grup­po spal­la dei Metal­li­ca. Spac­ca­no.” le ave­va det­to. Fan­cu­lo. L’a­ve­va tro­va­ta al bagno del loca­le duran­te una pau­sa che lo suc­chia­va al batterista.
Il par­co, buio, sem­bra­va un buco nero sca­va­to tra i palaz­zi. Ver­so il cen­tro si vede­va­no gli inter­mit­ten­ti baglio­ri ros­si di siga­ret­te, o can­ne, che pas­sa­va­no di mano in mano e arri­va­va­no le note smor­za­te di qual­cu­no che suo­na­va. Aspet­tò che gli occhi si abi­tuas­se­ro e indi­vi­duò una panchina.
Scal­dò un po’ di fumo sul pal­mo del­la mano con l’ac­cen­di­no e lo sbri­cio­lò. Allun­gò la mano destra e si rese con­to che nes­su­no gli avreb­be pas­sa­to il tabac­co da mischia­re. Sara lo face­va sem­pre. Non c’e­ra biso­gno di chie­de­re o met­ter­si d’ac­cor­do. Era scon­ta­to, lui rol­la­va e lei gli pas­sa­va tut­to. Tabac­co, fil­tro e car­ti­na. Una cosa pic­co­la, ma era­no le cose pic­co­le, le tan­tis­si­me cose pic­co­le che Sara face­va che gli ave­va­no riem­pi­to la vita.
Fos­se sta­to il can­tan­te alme­no. Inve­ce era il bat­te­ri­sta quel coso bas­so e tut­to stor­to. Gira­va voce che la vera men­te del grup­po fos­se lui ma non pen­sa­va che nei pochi minu­ti tra quan­do la fol­la li ave­va sepa­ra­ti e quan­do l’a­ve­va tro­va­ta in ginoc­chio al bagno degli uomi­ni potes­se­ro aver par­la­to molto.
Riu­scì con una sola mano a strap­pa­re un bigliet­to del­l’au­to­bus e far­ne un fil­tro. Il cal­do, il buio e le tre bir­re che si era sco­la­to una die­tro l’al­tra lo ave­va­no reso gof­fo; quel­lo che si ritro­vò in mano era un pic­co­lo sal­sic­ciot­to di car­ta e tabac­co. L’ac­ce­se e aspi­rò la pri­ma boc­ca­ta. La musi­ca che sen­ti­va veni­re dal cen­tro del par­co era cam­bia­ta, ades­so sem­bra­va roba suda­me­ri­ca­na. Si sdraiò sul­la pan­chi­na con lo zai­no come cusci­no. Il fumo dise­gna­va del­le lame azzur­ri­ne quan­do incro­cia­va la luce luna­re che fil­tra­va tra gli alberi.