Questo racconto mi è stato chiesto: “Papà mi racconti una storia come quella di Smaug?”
Iskmadas ovvero un incontro realistico tra un drago e un halfling (hobbit)
Iskmadas sdraiò il suo enorme corpo sulla montagna di monete d’oro. Con una fiammata delle fauci accese una pira fatta con una dozzina di abeti appena sradicati. Il fuoco bastava appena ad illuminare la caverna sepolta nelle profondità del monte Ugrumaz.
Iskmadas aveva fatto la tana in quella buia caverna quando era poco più che un cucciolo di pochi metri e lì aveva cominciato ad accumulare il suo tesoro. Negli anni innumerevoli intrusi avevano trovato la grotta ma tutti erano finiti divorati e le loro ricchezze aggiunte al tesoro del drago.
Purtroppo ogni tanto qualcuno riusciva a fuggire, la voce dell’enorme ricchezza sotto la montagna si era sparsa in tutti i reami e due o tre volte l’anno era costretto a svegliarsi per ripulire la tana dai saccheggiatori.
Iskmadas riuscì finalmente a infilare l’unghia tra i canini e togliere l’armatura contorta dell’ultimo guerriero che era entrato nella tana.
“Questi umani sono sempre peggio” disse tra sé e sé “fanno armature sempre più dure, va a finire che un giorno o l’altro mi ci strozzo”
Sentì un rumore metallico provenire dall’ingresso della caverna, il rumore di monete che rotolavano.
Iskmadas conosceva il suo tesoro fino all’ultima moneta, all’ultimo bracciale, gioiello e pietra preziosa perciò capì immediatamente cosa stava succedendo: un intruso. Qualcuno stava camminando nella sua tana ma non riusciva a vederlo.
Non ne riconosceva l’odore però, non era umano o nano. Nemmeno un elfo. Un odore a metà strada tra un goblin profumato e una caciotta.
“Chi sei?” la sua voce bassa provocò piccole frane nei mucchi di monete.
Nessuna risposta. Il drago si preparò a soffiare fuoco “Mostrati o riempirò di fiamme tutta la caverna”
Davanti a lui comparve un omino con un anello in mano, alto come un nano ma più esile e con grossi piedi pelosi (era da lì che veniva l’odore di caciotta).
“Bene bene, cosa saresti tu? Un goblin deforme? Un nano sbarbato?”
Il tizio strano prese fiato e con voce tramante disse “O grande e potente Iskmadas, signore delle fiamme e terrore dei reami. Io mi inchino alla tua…”
Non fece in tempo a finire la frase, la testa del drago scattò in avanti e le sue fauci si chiusero tranciando il poveretto all’altezza della cintura. Le gambe rimasero in piedi mentre il drago masticava il corpo e lo ingoiava. Con calma Iskmadas prese con gli artigli quello che rimaneva, lo lanciò in aria e l’ingoiò al volo.
Poi si rimise sdraiato godendosi il calore della pira di alberi.
“E’ incredibile che ancora ci provino” disse tra se e se mentre chiudeva gli occhi per farsi un paio di mesi di sonno.
Immagine del drago tratta da wikipedia (http://commons.wikimedia.org/wiki/File:D%26D_red_dragon1.jpg) e sotto la licenza CC http://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0/deed.en
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