Mi tirai su il bavero del giaccone per ripararmi dall’umida alba di Casal Palocco, mentre osservavo dal giardino i due cadaveri raffreddarsi sul nostro divano. Il gas aveva funzionato regolarmente. Anche se non erano realmente loro, anche se non erano altro che copie, vedere i volti dei propri cari morti tutte le mattine è sempre una cosa che scuote dentro. Non mi ci abituerò mai.
Mia moglie e mio figlio tornarono dal garage con i tre sacchi per cadaveri col logo del comune. La legge era chiara «Ogni cittadino è personalmente responsabile del corretto smaltimento dei propri simulacri».
Feci partire l’impianto di ventilazione col telecomando e dopo un paio di minuti entrammo. L’impianto Ziklon era costato parecchio ma considerando l’alternativa era valso ogni euro speso. Non è piacevole eliminare le copie e doverlo fare di persona può essere traumatico. L’ingegner Moneta, il nostro vicino, non ha mai voluto un impianto Ziklon e dopo un paio d’anni di smaltimenti sua moglie non ha retto più. Grave esaurimento nervoso, è diventata praticamente catatonica.
«Papà il tuo non c’è» disse Marco dall’interno della casa. L’adolescenza gli stava cambiando la voce e gli stava facendo crescere una scura peluria sotto il naso, la sua copia ne era ancora priva.
«Cerca in camera da letto» risposi «anche sotto il letto». Un paio di volte l’avevo trovata lì.