Innocuo…
Davvero mi considerano innocuo. Poveri colleghi. Ex colleghi. Qualcuna mi ha pure chiamato simpatico orsacchiotto, stupida.
Non so se ce la faccio a trattenere le risate pure oggi. Ma ho un lavoro da fare, il mio vero lavoro. Ho passato due mesi a fare finta di lavorare, meno male che oggi dò le dimissioni.
Oddio…devo trattenere le risate di nuovo.
Arrivo in ritardo oggi. Apposta. Devo essere l’ultimo.
Ingresso.
Il portiere ciccione mi apre, guardo dietro di me in strada…nessuno
Entro e mi scrollo la neve di dosso.
Estraggo la mitraglietta ingram col silenziatore. Tre tonfi soffocati. Tre colpi.Il primo in faccia, il secondo al petto e il terzo in faccia. Faceva schifo da vivo e da morto è pure peggio.
Nessuno in giro, bene. Caccio il cadavere sotto al bancone.
Incredibile quello che si può comprare su internet: mastice di polimeri metallici, mi basta spruzzarlo nella serratura che diventa un blocco unico di metallo. Porta bloccata. Adesso un po’ di acido nella pulsantiera dell’ascensore. Corto circuito e ascensore fermo.
Salgo le scale con calma…al primo piano ci sono solo stanze da due o da tre. Apro la prima porta, in due si voltano dalla mia parte, sfoggio il mio sorriso da innocuo.
Saluto “Salve! Vi ho portato una cosa” Due facce curiose ricevono una pallottola in fronte. Chiudo la porta e faccio la stessa cosa per le altre 15 stanze del piano. Blocco la porta del piano col mastice e salgo le scale.
Al secondo piano c’è l’open space e oggi è pieno, vogliono tutti sapere della fusione. Metto una bomboletta dietro un vaso e apro la valvolina. Inodore e incolore, una versione potenziata del gas che i russi hanno usato in quel teatro di Mosca.
In un minuto saranno tutti a ninna, ma dato che le finestre sono chiuse per il freddo, in tre minuti saranno pronti per il medico legale. Solito metodo per la porta.
Terzo piano, ormai mi posso sfogare. Freddo la segretaria di piano alla fine del corridoio. Metto la maschera antigas. Verso l’ufficio del presidente seminando bombolette in giro.
I tonfi che sento sono quelli dei dirigenti che crollano. Nessuno grida…Io ancora devo capire come fa ad essere così veloce. Ma in fondo non me ne frega niente, mi basta che funzioni.
Il presidente è accasciato sulla scrivania, è evidente che le scarpe da donna che intravedo sotto non siano le sue.
“Presidente sono venuto a darle le mie dimissioni.” Ovviamente non risponde.
Il suo portatile è già acceso, bene. Attacco il piccolo trasmettitore sul retro del computer e aspetto. Il portatile emette una serie di bip. E’ ora di andare. Scendo fino al piano terra…Solvente per polimeri metallici nella serratura.
Vado verso la berlina nera dall’altra parte della strada e salgo dietro. Il colletto bianco vicino a me alza gli occhi dal computer: “Il trasmettitore funziona perfettamente. Deduco che non ci siano testimoni.”
Rispondo solo “I soldi?”
“Nella 24 ore sotto il sedile. Vuoi contarli?” e riprende a fissare il monitor.
Sfoggio il mio sorriso innocuo e dico “Mi fido. Non credo che ti piacerebbe se fossi assunto dalla tua società.”
Lui ci pensa un attimo “No…infatti”
Saluto, scendo dalla macchina e finalmente vado in ferie.
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